El 3 de junio Argentina celebra el Día del Inmigrante Italiano al recordar el nacimiento de Manuel Belgrano, padre de la patria Argentina e hijo de un inmigrante italiano.
Tra il 1871 e il 1900 si recarono in Argentina più di 800 mila italiani: una media di quasi 9 mila persone l’anno nel primo decennio, 39 mila nel secondo e quasi 37 mila nel terzo. Tra il 1901 e il 1910 sbarcarono in Argentina oltre 734 mila italiani e quello fu il decennio con la più alta intensità migratoria.
L’ondata migratoria caratterizza la storia marchigiana del XIX e XX secolo: furono ben 660.000 i marchigiani che decisero di espatriare. Il flusso riprese tra il 1919 e il 1930 e proseguì negli anni Cinquanta e Sessanta. La comunità dei marchigiani più grande del mondo si trova in Argentina.
Nonostante l’emigrazione inizi piuttosto tardivamente nella nostra regione, nel primo quindicennio del Novecento le Marche sono, dopo il Veneto, la regione del Centro-Nord che contribuisce maggiormente al mercato internazionale del lavoro. La meta prediletta è l’Argentina, dove i marchigiani, prima della Grande guerra, arrivano a rappresentare l’11% di tutti gli immigrati italiani.
Molti scelgono gli Stati Uniti con le grandi città industriali, le miniere della Pennsylvania o le piantagioni strappate al paludoso delta del Mississippi, dove sognano di diventare proprietari della terra. Partono contadini e minatori, ma anche falegnami, sarti e calzolai: artigiani che nei piccoli borghi e nelle aree urbane marchigiane vedono le loro economie minacciate dall’avanzare della grande produzione industriale nell’Italia di inizio secolo.
Con la prima guerra mondiale si interrompono i flussi migratori per riprendere subito dopo soprattutto sulle rotte continentali, quelle di Francia, Germania, Svizzera e Belgio, la terra delle miniere. Un nuovo sussulto migratorio avviene dopo la seconda guerra mondiale: si riscoprono mete americane prima poco frequentate, come il Canada e il Venezuela, si consolidano quelle tradizionali di Francia, Germania e Belgio e se ne impone una nuova, l’Australia.