A RECANATI SI PARLA ANCORA DI BRODOLINI

Di Ruggero Orilia

Il 2 Giugno, Festa della Repubblica, a partire dalle 10:30, è stato presentato il libro di Paolo Borioni

“Il ministero Brodolini. Poteri pubblici, welfare e Statuto dei lavoratori” (Biblion Edizioni, 2023) nella sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Recanati (via Gregorio XII, 13; nei pressi del Duomo e dell’ingresso superiore di Villa Colloredo Mels), che ha concesso il patrocinio all’iniziativa.

L’evento è stato organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Macerata, dall’Istituto Gramsci Marche e dalla sezione ANPI di Recanati, in collaborazione con il Circolo ARCI “La Serra” di Recanati, l’Istituto Fernando Santi Marchigiani nel Mondo e l’Istituto Fernando Santi.

Con l’autore Paolo Borioni, docente di Storia delle istituzioni e dottrine politiche all’Università di Roma La Sapienza, hanno discusso Donato Caporalini, componente del Direttivo dell’Istituto Gramsci Marche e insegnante in pensione di storia e filosofia, e Ruggero Orilia, dottorando di ricerca in Storia e Scienze filosofico-sociali all’Università di Roma “Tor Vergata” e autore di quest’articolo.

Il libro di Paolo Borioni si concentra su un periodo circoscritto dell’attività politica di Giacomo Brodolini, il biennio 1968-1969, durante il quale fu ministro del lavoro e della previdenza sociale: in un clima di forte conflittualità sociale e industriale, Brodolini ebbe modo di compiere azioni simboliche rilevanti (le visite ad Avola, dove era avvenuta una strage di braccianti, e alla fabbrica Apollon occupata dai lavoratori in lotta) e si dedicò a temi come l’abolizione delle zone salariali, la riforma delle pensioni, la riforma sanitaria e lo Statuto dei Lavoratori, che fu approvato definitivamente nel 1970, poco dopo la sua morte.

Lo Statuto, che ha subito delle modifiche dal 1970 ad oggi, è ancora considerato l’architrave della legislazione italiana sul lavoro e lo strumento principale per l’attuazione della Costituzione repubblicana nei luoghi di lavoro.

L’incarico ministeriale fu il culmine della vita pubblica del recanatese Giacomo Brodolini (1920-1969): antifascista, militante del Partito d’Azione e, dopo il suo scioglimento, del Partito Socialista, fautore della Repubblica, sindacalista della CGIL, parlamentare.

Per quanto riguarda la presentazione del libro, hanno portato il proprio saluto Annalisa Cegna, Direttrice Scientifica dell’Istituto storico per la Resistenza e l’età contemporanea, e Sandro Apis, presidente della sezione ANPI di Recanati, mentre Ruggero Orilia ha ricordato il ruolo nell’iniziativa della Società Operaia, del Circolo ARCI “La Serra”, dell’Istituto Fernando Santi e dell’Istituto Fernando Santi Marchigiani nel Mondo e Donato Caporalini quello dell’Istituto Gramsci.

La discussione, durante la quale Borioni ha risposto alle domande di Caporalini e di Orilia, si è concentrata su alcuni argomenti collegati al libro: la concezione del welfare propria di Brodolini, le varie culture politiche presenti nel Partito Socialista, il legame rivendicato da Brodolini fra le politiche socialiste e la ribellione operaia e giovanile, la riflessione di Giuliano Amato e Luciano Cafagna sul centro-sinistra, l’intervento degli studiosi e degli esperti all’interno dei partiti socialisti europei e nei governi da loro sostenuti e, in particolare, all’interno della squadra del ministero Brodolini, le posizioni dei vari partiti sullo Statuto dei Lavoratori al momento della sua approvazione e l’eredità di questa legge.

La scelta di Brodolini di affidare la garanzia dei diritti dei lavoratori alle organizzazioni sindacali è stata meditata e intenzionale, nonostante l’opinione diversa dei liberali, dei comunisti e della nuova sinistra, proprio per promuovere il ruolo delle stesse, mentre l’esclusione di alcuni diritti dello Statuto ai lavoratori delle imprese con meno di 15 dipendenti è stato un frutto del negoziato con la Democrazia Cristiana.

Il fatto che il corpo elettorale è chiamato a pronunciarsi tramite referendum popolare l’8 e il 9 giugno, fra le altre questioni, su una parziale abrogazione della legislazione sul lavoro voluta dal governo Renzi che ha inciso sullo Statuto dei lavoratori ha reso la questione di stretta attualità.

I relatori hanno in modo unanime criticato le politiche sociali degli ultimi trent’anni, incluso il Jobs Act voluto da Renzi, e si sono esposti a favore di tutti i quesiti referendari sul lavoro e sulla cittadinanza: essi sono volti a reintrodurre il reintegro nelle aziende con più di 15 dipendenti del lavoratore ingiustamente licenziato, ad aumentare i risarcimenti nelle aziende con meno di 16 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo, a contrastare la precarietà, a estendere la responsabilità al committente nella catena degli appalti e a dimezzare i tempi di residenza per l’ottenimento della cittadinanza da parte degli immigrati regolari.

I quesiti, nel loro complesso, interverrebbero su uno delle critiche mosse allo Statuto dei lavoratori: esso, prevedendo di fatto per i lavoratori stabili nelle aziende con più di 15 dipendenti più garanzie rispetto a tutti gli altri, avrebbe incoraggiato il sottodimensionamento delle imprese e l’estensione dell’area della precarietà.

Per quanto riguarda in dettaglio la posizione di Paolo Borioni, si può leggere un suo articolato contributo qui: https://www.strisciarossa.it/cinque-buone-ragioni-per-impegnarsi-nella-battaglia-dei- referendum/

L’iniziativa si è conclusa con l’apertura del dibattito al pubblico, i cui interventi hanno, in modo diverso, evidenziato la necessità di una ripresa della dinamica dei salari e degli stipendi.

Vorrei concludere questo articolo con una riflessione che non ho avuto il tempo di condividere il 2 giugno.

Per me questa battaglia per la riconquista e il rilancio dello Statuto dei lavoratori è continuità con la mia opposizione al Jobs Act, che, fra le altre cose, si sostanziò in una civile contestazione all’allora ministro del lavoro Poletti in visita a Recanati, fatta assieme ad altri giovani e studenti indignati dal confronto fra le politiche renziane e quelle di Brodolini: le une volte a peggiorare, proprio per quanto riguarda lo Statuto dei Lavoratori, quanto realizzato a suo tempo dalle altre (Fonte:

https://www.cronachemaceratesi.it/2016/06/13/recanati-day-per-il-ministro-poletti-contestato-alla-festa-per-i-50-anni-dellitis/820225/ ).

In ogni caso, lo Statuto dei lavoratori è in continuazione riletto da sindacalisti, giuslavoristi,

lavoratori attenti ai propri diritti, consulenti d’impresa, avvocati…

Inoltre in esso vi si possono scoprire anche oggi delle risorse che solo raramente sono state attivate in passato: i lavoratori della ex-GKN hanno recentemente usato l’articolo 11 dello Statuto (“Le attività culturali, ricreative ed assistenziali promosse nell'azienda sono gestite da organismi formati a maggioranza dai rappresentanti dei lavoratori […]”), che “giace[va] dimenticato”, per costituire la Aps Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo nell’ambito della loro lotta per la reindustrializzazione dal basso delle loro officine ( Fonte: https://jacobinitalia.it/dalla-gkn-societa-di- mutuo-soccorso-nei-luoghi-di-lavoro/ ).

Per queste ragioni, dato che allo Statuto si applica ciò che Calvino diceva dei classici, possiamo dire che lo Statuto dei Lavoratori è un classico:

“I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: «Sto rileggendo…» e mai «Sto leggendo…»

[…] Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.

Pubblicato in Notizie dalle Marche.

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