IN RICORDO DI GIACOMO BRODOLINI.

“Oggi alle ore 11:00, Recanati ha reso omaggio a Giacomo Brodolini, illustre Ministro del Lavoro del secolo scorso e figura chiave nell’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Un momento di riflessione presso la sua tomba al cimitero comunale, per ricordare l’anniversario della sua scomparsa avvenuta l’11 luglio 1969.
Ricordiamo il suo impegno e l’impatto duraturo sulle leggi del lavoro in Italia.”
Questo il ricordo del Sindaco di Recanati Emanuele Pepa.
 
LA VOCE DI RINO GIULIANI DELL’ISTITUTO FERNANDO SANTI:

Giacomo Brodolini che oggi onoriamo nella sua città natale è stato per tutti gli italiani l’uomo politico cui si deve la svolta fondamentale nell’affermazione della tutela individuale e collettiva nel posto di lavoro e del ruolo del sindacato nell’impresa.

Una svolta epocale. Si realizzava così l’aspirazione di Di Vittorio perché la Costituzione varcasse i cancelli delle fabbriche.

Si chiudeva quel mondo arrogante che consentiva la discrezionalità nel licenziare. Quel potere che con lo Statuto veniva privato della possibilità di produrre, senza una giusta causa, effetto estintivo del rapporto di lavoro.

Si realizzava così, concretamente, quanto, anni prima, auspicato da Pietro Nenni.

Lo Statuto è stato questo: regole certe nel rapporto di lavoro, la libertà di potersi organizzare sul posto di lavoro e di esercitare il diritto di sciopero per difendere quei diritti.

Un quadro di tutele oggi affievolito e insidiato che va legislativamente ridefinito per confermare, aggiornandoli al mutato quadro del mercato del lavoro, quei diritti riconosciuti dalla legge.

L’esperienza del job act e dei suoi decreti attuativi ci insegna che nulla è acquisito per sempre e che è nell’esercizio del conflitto sociale che si difendono democraticamente i diritti che non ci sono stati regalati.

Luciano Lama lo dice con nettezza: “Lo Statuto dei diritti è frutto della politica unitaria e delle lotte sindacali: lo strumento non poteva che essere una legge, ma la matrice che l’ha prodotta e la forza che l’ha voluta è rappresentata dal movimento dei lavoratori e dalla sua azione organizzata.

Occorre anche una legge, un Nuovo Statuto che riscriva il Diritto del lavoro, rideterminando le condizioni di chi lavora, cioè del soggetto più debole. Estendere diritti a chi non ne ha, riscriverne di nuovi per tutti, per garantire i diritti nel lavoro in un mondo che cambia velocemente e ha bisogno di innovazione.

Brodolini e lo Statuto ancora oggi rappresentano un punto fermo nella tutela del mondo del lavoro. L’auspicio che il referendum della CGIL sia sostenuto dai cittadini italiani perché i fatti ci insegnano che niente è acquisito per sempre e che la lotta sindacale sempre paga.

IL RICORDO DI LUCIANO VITA

Sono ben 13 anni che, su invito dei vari sindaci e grazie alle costanti sollecitazioni
del compagno Antonio Baleani,anche oggi qui presente,che partecipo, prima nella
mia veste di segretario regionale del PSI,poi quale rappresentante di Socialismo xxi
secolo, alle cerimonie funebri che l’amministrazione comunale nel mese di luglio
di ogni anno organizza per ricordare la morte di Giacomo,uno dei suoi più illustri
concittadini, alla stessa stregua di Giacomo Leopardi e Beniamino Gigli .
Non ho conosciuto di persona Giacomo Brodolini poiché iscritto per la prima volta
alla CGIL nel lontano 1967 a soli 22 anni ed ininterrottamente fino ad oggi,ma fin
da allora ne seguii le sue battaglie politiche.
Ecco perché posso dire che vi è una duplice motivazione per cui oggi sono ancora
qui; quella della stessa appartenenza sindacale e politica.
Ma sono ancora qui, per portare anche il doveroso saluto alle autorità locali, ai
rappresentanti sindacali, ai cittadini recanatesi e soprattutto ai famigliari di
Giacomo ,del Presidente Nazionale di Socialismo XXI Secolo, avv. Luigi Ferro e
dell’intera segreteria Nazionale.
Il nome di Giacomo Brodolini, la sua militanza politica per il socialismo ed il suo
impegno sindacale e parlamentare per, e nel mondo del lavoro, sempre a fianco
dei lavoratori, è strettamente legato e coerente con le finalità e gli obiettivi della
nostra Associazione,la cui appartenenza ad un’area socialista, riconferma la
centralità del lavoro non solo come parametro su cui costruire una nuova politica
economica di moderno sviluppo, ma anche come valore della democrazia
contemporanea, come fattore imprescindibile di coesione sociale e come sostanza
dei principi della nostra Carta Costituzionale.
Ma la coesione sociale coerente con i principi del dettato costituzionale,non si
realizza senza giustizia sociale che per noi di Socialismo xxi secolo,significa
innanzitutto superamento delle disuguaglianze nel mondo del lavoro.
Socialismo e lavoro: un binomio che la storia del movimento operaio aveva reso
iscindibile fino a farne sinonimo; che ha scritto pagine straordinarie scolpite nella
Costituzione repubblicana; che ha animato le grandi battaglie di progresso sociale
e civile ma che oggi,nell’era contemporanea va affrontata e risolta diversamente
dal passato.

Il mondo del lavoro nell’era della globalizzazione è profondamente
cambiato
Siamo o no in presenza di un crisi di sistema determinato e voluto dalla rincorsa
alle politiche neo liberiste anche da parte dei partiti della sinistra,o presunti tali,
dove si è contrapposta l’economia finanziaria a quella dell’economia reale; le
opportunità al posto delle sicurezze; i rapporti di forza al posto dei diritti; il
consumatore al posto del produttore; il mercato al posto dello Stato; ed infine
l’esaltazione delle disuguaglianze economiche e sociali come motore stesso della
crescita, nell’illusoria convinzione di essere all’altezza della modernità del mondo
globalizzato.
Sono trascorsi 55 anni da quando il “ Suo “” Statuto dei lavoratori è diventato
legge dello Stato italiano,ma la produzione legislativa degli anni 1990/2000 è stata
nei fatti di ripiegamento; quei diritti che 55 anni fa lo Statuto dei lavoratori aveva
portato nelle fabbriche oggi sono sostanzialmente tornati indisponibili sul mercato
del lavoro per milioni di persone; il precariato è diventato l’altra faccia di una
disoccupazione endemica che da oltre un decennio viaggia ormai stabilmente su
un valore a due cifre,creando nel contempo le condizioni per una concorrenza
sempre più spietata del lavoro nero rispetto a quello legale.
Dalla legge Biagi,al Job Act del 2014, al reddito di cittadinanza del 2018,nessun
provvedimento ha permesso la consistente diminuzione della disoccupazione, ed è
sbagliato a nostro avviso,difendere ossessivamente questa legge populista così
come è,che non garantisce il lavoro, è diseducativa e oggetto di voti di scambio
palesemente sotto gli occhi di tutti.
La retorica del lavoro flessibile e dell’eliminazione del vincolo dell’art.18 dello
Statuto dei lavoratori o l’erogazione di sussidi a sostegno della ricerca del
lavoro,hanno dimostrato che non era quella la strada da scegliere e da percorrere.
Il dispositivo delle cosiddette “ tutele crescenti” combinato con l’abolizione
dell’art.18 dello Statuto,si è rivelato uno strumento di potere discrezionale nelle
mani dell’imprenditore. Doveva restituire una prospettiva positiva alle forme di
lavoro flessibile,si è trasformato,nei fatti in un impulso degenerativo del mercato
del lavoro,trasformando la flessibilità in precariato di massa.

L’associazione politico culturale di Socialismo XXI Secolo, ritiene che vi sia un
virtuale filo rosso che collega il vecchio statuto dei lavoratori con il disegno di
legge di iniziativa popolare “Della Carta dei diritti Universali del lavoro” e siamo
convinti che Brodolini avrebbe condiviso questa nostra posizione politica.
Di fatto nell’ultima legislatura il convergere di posizioni populiste con quelle
sovraniste hanno affossato i diritti costituzionali ed hanno ignominiosamente
trasformato l’articolo 1 della Costituzione Italiana da “ l’Italia è una Repubblica
democratica fondata sul lavoro”, in una “ fondata sul lavoro PRECARIO”.
La povertà non è stata abolita , ed a nostro avviso la classe politica e sindacale
deve avere la forza ed il coraggio di distinguere l’assistenzialismo necessario per i
meno abbienti ed i soggetti fragili della Società ,dal diritto del lavoro,della sua
dignità su cui si fonda la Repubblica Italiana.
Ed anche qui mi chiedo come si sarebbe comportato Brodolini di fronte ad una
proposta di legge popolare, dal titolo “La Carta dei diritti universali del Lavoro”per
cui la CGIL raccolse oltre 1.200.000 firme e che, presentata il 29/9/2016 al
Parlamento, vergognosamente giace,incardinata nella Commissione Lavoro della
Camera dal 9/Marzo/2017,senza che ne i partiti di sinistra, ne le organizzazioni
sindacali siano riusciti a ,non dico farla approvare, ma almeno farla discutere in
Parlamento nonostante siano trascorsi una intera legislatura e,complessivamente
al giorno d’oggi,ben sette anni e quattro mesi dalla sua presentazione.
Io sono arciconvinto che Giacomo non lo avrebbe consentito per quel rispetto che
ha sempre avuto per il popolo italiano e per le istituzioni democratiche, su cui la
dignità del lavoro, di tutti i lavori, è solennemente sancita nell’art. 1 della Carta
Costituzionale.
Giacomo Brodolini viene ricordato per le sue intuizioni e battaglie politiche ed
istituzionali,ma io vorrei soffermarmi anche sull’uomo Brodolini,sulla sua
generosità a fianco degli ultimi, sul suo senso del dovere per gli ideali in cui
credeva fino agli ultimi giorni della sua vita, sintetizzato nella sua ormai famosa
ed indimenticata frase :” non sono un ministro socialista” ma orgogliosamente “
un socialista ministro sempre e comunque da una parte sola; quella dei
lavoratori”.

Quel suo senso del dovere tanto da meritarsi,unico ministro nella storia della
Repubblica italiana, ad essere insignito della medaglia d’oro al valor civile
dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Ma il socialista ministro va ricordato anche per essere stato l’artefice del
superamento delle gabbie salariali e dei provvedimenti legislativi per la
modernizzazione del sistema previdenziale e pensionistico.
Giacomo mi piace ricordarlo anche come ideatore della rivista quadrimestrale “
Economia & lavoro” di politica economica, sociologia e relazioni industriali, nata
nel 1967 per sua volontà , quale strumento di dibattito tra le forze
politiche,sociali,culturali ed economiche del Paese, accumunate dal
perseguimento degli obiettivi di progresso democratico e di riforma.
Giacomo Brodolini,un uomo,un cittadino,un Recanatese,un Marchigiano, un
politico della Prima Repubblica,maldestramente affossata da poteri occulti,di cui
tutti noi dobbiamo essere orgogliosi e portarlo ad esempio nelle istituzioni, nelle
scuole,tra i giovani.
Socialismo XXI Secolo si riconosce nei sui ideali,nelle sue battaglie politiche e
continuerà a porre al centro del proprio agire politico e programmatico il lavoro,la
lotta alle varie precarietà,il superamento delle disuguaglianze,la giustizia ed il
rispetto dei valori e dei diritti costituzionali.
Con questo virtuale appello mi rivolgo alle autorità Comunali, alle forze politiche e
sindacali tutte, ai suoi parenti; siate orgogliosi di questo vostro,nostro amato
concittadino a prescindere dal proprio credo o alla propria appartenenza politica;
costituite o rilanciate l’attività formativa e culturale della Fondazione Giacomo
Brodolini, fate conoscere alle nuove generazioni i suoi pensieri e le sue attività
poichè il valore delle sue idee e delle sue azioni sono state, e sempre saranno un
patrimonio universale per tutti.
EVVIVA GIACOMO BRODOLINI

Vita Luciano

Responsabile di Socialismo XXI Secolo delle Marche

Recanati,li 11/luglio/2024

 

Pubblicato in Notizie dalle Marche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *